Copertina camouflage style

Camouflage-mania, una breve rassegna sullo stile militare prima della “Camo-fight” del Napoli

È stata sicuramente la maglia più discussa di questa edizione del campionato di  Serie A: per questioni di stile, di concept, di marketing, non si capisce precisamente. Ma da quando è stata presentata allo stadio San Paolo di Napoli, la “Camo-fight” del club partenopeo ha attirato su di sé una forte attenzione da parte dei media del settore.

Il Napoli in maglia mimetica contro l'Arsenal

La maglia nasce da un’idea del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentis, sviluppata successivamente dal figlio Luigi insieme allo sponsor tecnico, Macron. Come riportato dal sito panorama.it, l’elaborazione della maglia parte con l’intento preciso di sfruttare il fattore ‘moda del momento’: «In una fase preparatoria abbiamo eseguito una ricerca e un’attenta analisi dei trend; poi, in un secondo momento, abbiamo deciso di puntare per la prima volta su una divisa che non fosse solo tecnica ma anche di moda. Ecco perché siamo partiti dal verde, il colore del 2013».

Del resto le maisons di moda più prestigiose hanno riproposto il tema camouflage in molte delle proprie collezioni autunno inverno di quest’anno. Tuttavia, per il Napoli non sono mancate le polemiche che in questo caso vanno dai canonici giudizi di tipo estetico, passando per il plagio (la tedesca Global Strike aveva confezionato una maglia simile a quella dei partenopei), fino all’accusa di utilizzo di simboli di guerra in ambito sportivo. Polemiche a parte, la maglia della discordia ha riscosso un notevole successo tra tifosi e appassionati, che sebbene possano giudicare bello o brutto il tema utilizzato, hanno visto nella casacca un pezzo da avere nella propria collezione.

Callejon e Insigne maglia away Napoli

Ma il Napoli, come forse molti di voi sapranno, nonostante l’intelligente strategia di marketing che ha adottato, non è stato il primo club ad esibire il mimetico nel calcio. Non solo: il tema camouflage è molto caro allo sport d’oltreoceano nordamericano dove è piuttosto frequente sui campi di baseball, hockey e ultimamente anche sul parquet della NBA. Quello che oggi facciamo è passare in rassegna una serie di divise appartenenti a vari ambiti sportivi e vedrete che tutto sommato in Italia già qualcuno aveva avuto la stessa idea, con qualche polemica in meno.

Partiamo dai più recenti. Il team francese dello Sporting Club de Bastia, squadra che milita nella Ligue 1, ha seguito lo stesso trend con la maglia da trasferta realizzata da Kappa sfoggiata lo scorso 19 ottobre in occasione della partita contro il PSG.

Maglia mimetica del Bastia contro il PSG

Tema uniforme su tutta la casacca interrotto da due strisce bianche sulle maniche. Spicca lo stemma del club in mezzo al petto circondato dai vari sponsor, mentre sul pannello posteriore il collo a giro è arricchito dal motto della squadra ‘Uniti Vinceremu’, sotto al quale è applicato lo stemma con la testa di moro. Il teatro del Parco dei Principi inoltre è stato anche l’ideale per supportare i produttori di castagne della Corsica (settore a quanto pare in crisi) attraverso l’inserimento sul retro a fondo maglia del sito salvemuicastagni.org.

PSG-Bastia 2013-2014

Stessa stagione, ma campionato diverso: dall’isola che diede i natali a Napoleone ci spostiamo nella penisola danese dove l’Aarhus Gymnastikforening si è dato al mimetico in collaborazione con Hummel. Il risultato è stato una third shirt con le linee della trama mimetica meno morbide rispetto a quelle che siamo abituati a vedere (ricordano un po’ i disegni di Keith Haring) che rendono la casacca più moderna.

Maglia Aarhus mimetica Hummel

Le due gradazioni di verde sono spezzate dai dettagli in blu: cuciture che delineano il profilo della maglia, colletto a polo con scollo a V, orlo delle maniche e le due strisce decorate con i loghi di Hummel in bianco e blu a copertura delle spalle. Nel pannello posteriore il secondo sponsor è accompagnato da nome e numero, quest ultimo con bordatura bianca.

Kit away Aarhus Hummel 2013-14

I bianchi di Danimarca hanno utilizzato la nuova casacca ‘alla moda’ nella giornata della Supeligaen in casa dell’Esbjerg, lo scorso 28 ottobre. Come per il Napoli, i danesi hanno optato per un design che è molto popolare in questo momento, con la consapevolezza che avrebbe attirato un sacco di attenzione, generando una forte richiesta da tifosi e appassionati –  si legge dal sito della squadra.

Ma non è la prima volta che Hummel si cimenta in questo esperimento. Stagione 2009-2010, Ligue 2 francese. La terza maglia del Racing Club de Strasbourg era questa.

Terza maglia Strasburgo 2009-10 mimetica

Una mimetica su beige e bianco ottima per tendere imboscate agli avversari sui campi di terra battuta delle campagne francesi. Le chevron sulle spalle richiamano il bordino del collo a giro ma senza dare spessore alla maglia del club Alsaziano. Dopo questa stagione, il club fallisce e riparte dalla serie appena inferiore, il Championnat de France amateur girone C: il destino della squadra nell’estetica maglia da gara? Non lo sapremo mai.

Ma volendo attribuire alla maglia un qualche ruolo arcano a queste vicende, destino più fausto diverso ebbe invece il Fußball-Club St. Pauli von 1910 e. V., meglio conosciuto come F.C. St. Pauli, che vestì in camouflage nella stagione 2005-2006 in collaborazione con Do You Football.

St Pauli 2005-2006 camouflage

La scelta cromatica per la prima maglia è uguale a quella dei francesi visti prima, ma non è campata in aria perché marrone e bianco sono infatti i colori sociali del club di Amburgo. La trama di linee più fitta slancia orizzontalmente la maglia, mentre gli inserti marroni sulle spalle riprendono l’interno manica, il profilo della maglia e i pantaloncini, dando così coerenza cromatica alla divisa.

Un esperimento che ha sicuramente fatto leva sull’identità del club e che tutto sommato ha portato fortuna ai tedeschi che sull’orlo della bancarotta si imposero prepotentemente nella scalata alla Coppa di Germania arrivando in semifinale contro il Bayern Monaco: vennero eliminati, ma con i soldi degli sponsor e dei diritti i problemi economici si attenuarono.

Malgrado ciò, nemmeno a farlo apposta, il camouflage lo avevamo in casa già l’anno scorso e non c’entrano né la Ferrari di Lapo né la Bentley di Balotelli. Certo, la maglia non ha avuto la stessa risonanza che può dare la Serie A, però l’eccentricità del Bassano Virtus, in collaborazione con Lotto e Diesel, si è fatta notare nel campionato scorso della seconda divisione di Lega Pro.

Presentazione maglie Bassano Virtus 2012-13

Il mimetico è lì, nella prima divisa, sulle maniche e sui pantaloncini, con una gradazione di colore più scura e che varia su tre tonalità diverse  – nero, grigio e blu.  Ma i veneti non si sono limitati solo agli inserti nella prima divisa: probabilmente questi dettagli sono stati frutto del riutilizzo degli scampoli avanzati dalla seconda maglia che è stata confezionata interamente in trama mimetica. Una scelta decisamente stravagante che però sembra abbia trovato qualche consenso tra coloro che ci seguono.

L’audacia di Lotto però non ci è nuova dal momento che nella stagione 2007-2008 l’azienda trevigiana aveva operato nella stessa direzione con la maglia dell’Olympique Gymnaste Club de Nice-Côte d’Azur, noto anche come OGC Nice, o forse meglio solo Nizza.

Maglia Nizza 2007-08 mimetica

Il palcoscenico è quello della massima serie francese – la Ligue1 – e i costumi di scena prevedono una terza maglia in mimetico nero e grigio con girocollo per gli aquilotti. Nonostante l’allora allenatore del Nizza, Frédéric Antonetti, si dissociò dalla scelta di questa divisa dovette ammettere che l’operazione di marketing aveva fatto il suo dovere dato che la casacca era ricercatissima nei vari store.

Chiudiamo la rassegna sul calcio in camouflage spostandoci nel Regno Unito. A Liverpool sponda blues, nella stagione 2011-2012 il camouflage fece capolino sulla divisa dei portieri dell’Everton realizzata da Le Coq Sportif.

Maglia Everton portiere 2011-2012 camo

Mimetica verde con collo a giro e polsini che interrompono la trama maculata a riprendere le bande laterali che definiscono il profilo della maglia. Lo sponsor Chang spezza la sequenza cromatica della casacca che assorbe nei colori anche il crest del club. Insomma, il classico caso in cui il portiere seppur stava fermo, forse non era affatto vestito meglio (non ce ne vogliano i Bluvertigo).

Sicuramente una divisa meno bislacca rispetto a quella adottata per le trasferte dal Partick Thistle Football Club, realizzata per il club scozzese da Puma. Infatti, il primo kit da calcio mimetico con dettagli rosa nasce in Caledonia.

Camouflage solo nei pannelli frontale e posteriore senza soluzione di continuità, interrotto dalle maniche nere e dal collo a V. Da notare come il marchio Puma risulti più essere parte della fantasia della maglia che non un simbolo identificativo del brand, mentre il riempimento rosso dello sponsor, totalmente fuori contesto, trova la sua collocazione a centro maglia. I pantaloncini neri, con inserti laterali a richiamare la maglia, vanno a completare l’opera.

Partick Thistle away 2009-2010

L’uso del rosa più che una scelta è stata una riconferma dei colori usati per la maglia da trasferta della stagione precedente (in cui lo sponsor era riempito in nero, dando più senso all’abbinamento cromatico) che ha riscosso molto successo e, pare, abbia portato anche fortuna al club scozzese che con quella maglia vinse 5 partite su 6. Sembra che quindi prestare accortezza a certi dettagli sia di buon auspicio.

Ma il camougflage non ha solo contagiato il calcio europeo. Se guardiamo oltreoceano, negli sport più seguiti come l’hockey, lo stile military è molto gettonato ed è riuscito a fare capolino anche nella Major League Baseball durante le partite che si sono giocate nel Memorial Day 2013. Nel giorno della commemorazione dei militari caduti in guerra, ogni squadra ha indossato delle divise create appositamente per questa partita – in modo da donare il ricavato delle vendite ad un programma di riabilitazione dei veterani – che prevedevano i canonici cappellini rivisitati in stile mimetico pixelato e richiamato nel riempimento dei numeri e dei nomi delle squadre.

Divise MLB mimetiche 2013

Una variante per così dire digitale del mimetico, che ha fatto la sua apparizione anche nella mondo dell’NBA. Sono stati infatti San Antonio Spurs a presentare la divisa pixel in occasione del progetto “Pride Uniform Collection” e dedicata alle forze armate statunitensi.

Gli Speroni sono solo gli ultimi a vestire una divisa del genere. I pionieri in tal senso furono i Toronto Raptors che utilizzarono la mimetica nella stagione NBA 2011-2012 per supportare l’esercito canadese: casacca con collo a V e bande laterali nere, che interrompono la trama mimetica verde, con inserti bianchi e riprese sui pantaloncini in modo da definire tutta la divisa. Sul back-side la bandiera canadese campeggia sul nome del giocatore dal font semplice e dal riempimento bianco, mentre il numero è contornato in nero sia davanti che dietro.

Toronto Raptors maglia camouflage

Da qui i canadesi hanno alzato decisamente il tiro con la presentazione della divisa del Team Canada dell’anno scorso, che ha decisamente superato le uniformi realizzate da adidas per il March Madness 2013 dell’NCAA. Il nome del torneo collegiale americano (letteralmente ‘Follia di Marzo’) è sicuramente in linea con la stravaganza delle uniformi. Ma quella gialla dei canadesi utilizzata nel torneo Nike Global Challenge del 2012 è decisamente fuori da ogni schema.

Team Canada Nike Global Challenge 2012

Dopo questa parentesi molto colorata, torniamo per un attimo sul sobrio e in terra europea concludendo questa breve ma intensa rassegna con due divise. Con la prima facciamo visita agli spagnoli del Bilbao Basket che hanno presentato una terza casacca in camouflage utilizzata solo ed esclusivamente per la partita contro i Philadelphia 76ers lo scorso 6 ottobre. Grigio e nero, colori del club, si alternano in varie gradazioni per dare vita alla trama mimetica.

Bilbao-Sixers basket

La camiseta è stata disegnata per l’occasione dall’artista spagnolo Darío Urzay: se il nome non vi è nuovo, è perché aveva già operato in ambito sportivo disegnando una maglia per l’Athletic Club di Bilbao, la famosa camiseta ketchup!

Per l’ultima divisa ritorniamo nei confini nazionali menzionando quella che la Pallavolo Modena ha utilizzato l’anno scorso,  realizzate anch’esse da Macron con la medesima fantasia del Napoli. Il camouflage è tono su tono, sobrio e con i colori del club: una scelta sicuramente in linea con la moda del mimetico ma che sottolinea comunque identità e appartenenza attraverso l’esibizione dei colori sociali.

Pallavolo Modena kit camo 2012-13

Forse, e sottolineo forse, se anche il Napoli avesse prodotto una divisa in camouflage che riprendeva i colori sociali non sarebbe stato oggetto di polemiche. Ma forse non avrebbe neanche avuto un riscontro così forte e deciso sul mercato. Forse sono due facce della stessa medaglia che non si potranno mai guardare. Forse non lo sapremo mai. E forse a me è venuta voglia di Softair.