Maglia sponsor

Sponsor padroni delle maglie, i casi più eclatanti del passato

Per gli appassionati di maglie questa presa del potere da parte degli sponsor tecnici è quasi una manna dal cielo. Tutti i club più importanti in Europa infatti hanno un set di almeno tre maglie nuove ogni stagione tra cui i collezionisti possono attingere ogni stagione. Ma anche i main sponsor, soprattutto negli anni passati, hanno spesso fatto la voce grossa riguardo ai kit, spesso prendendosi troppe libertà.

Sono molti i modi in cui si può andare ad esplorare questo mondo di divise traviate e dettate dalle società che pagano qualcosa in più per mettere non solo il nome, ma anche la loro firma. Ispirati dai colleghi de “La Casaca”, noi opteremo per la crescente intrusività del marchio, ovvero quanto ha influito lo sponsor nel modificare la maglietta che le diverse squadre hanno indossato negli anni passati.

Partiamo dalle maglie per i portieri, e con la maglia di un signor portiere come Gianluca Pagliuca quando militava nell’Inter. Per la stagione 1995-1996 la Umbro propone per gli estremi difensori nerazzurri un design molto fantasioso, in cui l’allora (e attuale) main sponsor Pirelli avrebbe contrastato. Invece la marca di pneumatici decide di adattare il proprio logo alla maglia, in modo da non rovinare la grafica e, allo stesso tempo, legarsi indissolubilmente a quella soluzione tanto originale quanto efficace.

Pagliuca, maglia portiere Inter 1995-96

Rimanendo sulle casacche degli estremi difensori, è doveroso citare che in quanto diverse da quelle degli altri dieci giocatori in campo sono indicate per far risaltare un messaggio particolare. Nello specifico parliamo di quando, nel 2004, Luca Marchegiani ha vestito per il Chievo una maglia con le fattezze della tuta di Spiderman. Lo scopo era quello di pubblicizzare il secondo film della saga dell’Uomo Ragno, esattamente come la Columbia Pictures ha fatto con le divise dell’Atletico Madrid (con la sola tela del ragno e il logo dell’eroe Marvel).

Maglie Chievo e Atletico Madrid in tema Spider-man

Passiamo dalle maglie dei portieri alle divise dei giocatori di movimento, con cui spesso alcune squadre si concedono più libertà riguardo ai colori e gli sponsor possono approfittarne. Mai tanta libertà però come la Estrella Galicia ha avuto con il Lugo. Il club spagnolo, avvantaggiato dalla autoproduzione dei kit da gioco, in accordo con il birrificio galiziano ha prodotto delle particolari maglie per le amichevoli estive nel 2014. Tralasciando quella più “tradizionale” con il tentacolo di polpo, la maglia che riportiamo qui ha un boccale di birra che, con tanto di schiuma, occupa tutto il fronte ed il retro della divisa. Non credo esista modo più chiaro e semplice per rappresentare una marca.

Lugo Estrella Galicia 2014

Lo step successivo è quello fatto dal Nacional: il club uruguaiano, in virtù dell’accordo commerciale con la Pepsi, nel 1998 si presenta con una maglia da trasferta insolita. La classica maglia azzurro scuro prende delle sfumature sul chiaro di forma quasi quadrata. Come se fosse… esatto! Proprio un cubetto di ghiaccio, come quelli che ricoprivano le lattine di Pepsi in quegli anni. E, ad essere onesti, la grafica si sposa molto bene con il template proposto da Fila.

Nacional Pepsi Fila 1998

Il passaggio successivo è molto semplice: decorare la maglia esattamente con il logo e i colori dello sponsor. Cosa che ha fatto la banca olandese ABN AMRO con la maglia da trasferta dell’Ajax nel 1991: un completo verde con un inserto giallo sulla spalla sinistra, con l’aggiunta di doppie pinstripes su tutta la maglia. Dalla sua ha il vantaggio che è il risultato è molto gradevole.

Ajax ABN AMRO Umbro 1991

Ma gli sponsor si sono fatti prendere la mano in modo più pesante, partendo da quelli che acquistano una squadra e poi la usano come una sorta di cartellone pubblicitario. Ne è un esempio l’Evian TG, rinominato così nel 2009 da Franck Riboud, presidente della Danone che ha voluto dare più spazio all’acqua minerale prodotta da loro in quei territori, e non solo.

Le maglie sono diventate rosa e al centro vedono i monti bianco e azzurri, così come sono le etichette della marca di acqua minerale. Anche le divise da trasferta hanno visto sempre come protagoniste le montagne, almeno fino alla scorsa stagione, quando la squadra ha firmato un accordo con MSC Crociere.

Maglie Evian TG Danette

Anche se il tipo di relazione precedente è stata molto più duraturo, aveva quantomeno portato a maglie armoniose ed esteticamente godibili. Al contrario di quanto proposto da Puma per suggellare il sodalizio tra Eintracht Francoforte e Tetra Pak. Se da un lato è vero che molte squadre tedesche combinano sempre in modo diverso i colori sociali, è altrettanto vero che prendere un logo e piazzarne la gigantografia in un angolo della maglia è davvero discutibile. Non c’è altro modo per descrivere la maglia casalinga rossa con la grafica in bianco e nero e quella da trasferta gialla con grafica blu, bianca e rossa con le quali il club teutonico si è presentato nella stagione 1993-1994.

Eintracht Frankfurt Tetra Pak 1994

Il passo successivo è quello del Bochum, che ha dedicato quasi metà maglietta alla Faber Lotto Service, società che si occupa del gioco del lotto. Seguendo il logo dello sponsor, il club di Bundesliga nel 1997/1998 ha colorato il lato sinistro delle proprie maglie con delle strisce orizzontali arcobaleno: sono entrate nella storia come le maglie certamente più particolari, ma anche come le più inguardabili. Ovviamente, anche se in modo diverso, anche le maglie del portiere e l’abbigliamento di rappresentanza non sono stati esenti dal trattamento arcobaleno.

Versioni pantaloncini Bochum Faber

Siamo alla fine di questo viaggio, e per vedere il caso più clamoroso di iper-sponsorizzazione dobbiamo andare in Inghilterra e indietro nel tempo, nella data più lontana a noi di questo tour. È il 1981 quando il Coventry City, al tempo nella massima serie britannica, decide di far produrre i propri kit direttamente al loro primissimo sponsor, la Talbot.

La marca automobilistica, che scomparve circa un decennio dopo, decise che il proprio marchio al centro della maglia non bastava: infatti la T in rilievo doveva partire dal petto, per arrivare fino alla fine dei pantaloncini. Il risultato, credo, sia abbastanza lampante agli occhi di tutti.

Coventry City Talbot 1981

Che ne pensate dell’intrusione degli sponsor in questa rassegna di maglie da calcio? C’è qualche esempio simile dal passato che vi viene in mente?