NHL 2021

Non solo Seattle Kraken: tutte le nuove maglie della NHL 2021-2022

La NHL è nota regalare parecchie soddisfazioni agli appassionati di maglie, non solo di hockey su ghiaccio.

Le divise sono generalmente accattivanti e curate nei dettagli, cromaticamente ben distinte tra loro (fatta eccezione per Tampa che è la fotocopia di Toronto), rispettose della tradizione e finora inviolate da qualsiasi tipo di sponsor, anche se dalla prossima stagione pure quest’ultimo tabù verrà infranto.

La stagione abbreviata 2021 e quella in corso del 2021-2022 non hanno fatto eccezione. Innanzitutto al gruppo di squadre con maglie eccezionali si è aggiunta una franchigia nuova di zecca, i Seattle Kraken. Altri team, invece, hanno rinnovato il loro look, presentando divise più o meno nuove. Il perché del “più o meno” vi sarà presto chiaro.

Seattle Kraken

Iniziamo con la novità più succosa: la stagione 2021-22 ha visto debuttare i Seattle Kraken. La franchigia numero 32 ha immediatamente conquistato i titoli di squadra più a nord e più a ovest dei soli Stati Uniti (quindi senza contare le sei squadre canadesi). Il nuovo team è andato a completare il puzzle di due Conference da 16, a loro volta suddivise in due Division da 8 squadre, rendendo così pienamente simmetrico il campionato di hockey più bello del mondo.

La franchigia prende il nome dall’omonimo mostro marino leggendario, una specie di piovra o calamaro gargantuesco che nel folklore scandinavo terrorizzava le acque del Nord Atlantico, trascinando sul fondo dell’Oceano navi ed equipaggi interi. Il mostro appare anche nella serie cinematografica Pirati dei Caraibi, prodotta da Jerry Bruckheimer, cofondatore e comproprietario del team.

Il logo primario è una S stilizzata che nasconde tentacolo e occhio del kraken. Allo stesso tempo è un riferimento ai Seattle Mariners, che come logo avevano appunto una grossa S. I Mariners furono il primo club hockeystico statunitense a vincere la Stanley Cup nel lontano 1917. La franchigia fu sciolta nel 1924, privando così Seattle di una squadra di hockey su ghiaccio in NHL per 97 lunghi anni. Il logo secondario, invece, è un’ancora che nasconde la Seattle Space Needle, simbolo architettonico della città.

L’aspetto forse più interessante dell’identità visiva dei Kraken è rappresentato dallo schema cromatico: tre tonalità di blu e un filo di rosso acceso. Il colore principale è il blu notte delle profonde acque dello Stretto di Puget (Deep Sea Blue), accompagnato dal celeste chiaro del ghiaccio che ricopre la sommità del Monte Rainier (Ice Blue) e dal celeste leggermente più scuro che vediamo danzare sulle onde prima di infrangersi sulla costa (Breaker Blue). Il rosso vivo (Red Alert), invece, richiama il mostruoso kraken e il pericolo da esso rappresentato.

I due set di maglie condividono lo stesso schema, con la sola differenza rappresentata dal bianco che ricopre la parte centrale della maglia da trasferta. Le strisce nelle due tonalità di blu più chiaro e la sottile linea rossa rimangono uguali, come i loghi primario sul petto e secondario sulla spalla.

Arizona Coyotes

Come abbiamo già visto nell’articolo dedicato alla Reverse Retro Collection, il vintage e lo sguardo al passato sono decisamente la moda del momento in NHL e le nuove divise dei Coyotes ne sono un esempio lampante. Nuove si fa per dire, dato che sono le stesse con le quali esordirono 25 anni fa. Le maglie kachina furono indossate da quelli che allora si chiamavano ancora Phoenix Coyotes tra il 1996 e il 2003. In quell’anno venne inaugurata la nuova identità visiva che li ha accompagnati fino al 2020 e che abbiamo visto nell’articolo sul passaggio della NHL da Reebok ad Adidas nel 2017.

La maglia nera, già riportata in vita nel 2018 come maglia alternate, è stata promossa a prima maglia. Mentre la maglia bianca è nuova di zecca. Entrambe le divise sono un remake completo delle maglie di fine anni ’90. Il coyote stilizzato, i motivi geometrici e i colori sono tutti ispirati alla tradizione kachina dei Nativi Americani del Sud-Ovest, ovvero i popoli Pueblo, tra i quali figurano ad esempio Hopi e Zuni.

A conferma del fatto che non si tratta di un semplice omaggio storico, ma di un ritorno deciso alle origini, anche il logo primario, quello secondario, il font ufficiale e la decorazione del ghiaccio di casa sono stati aggiornati. Sembra proprio che il kachina sia tornato per rimanere, mandando in pensione il coyote ululante, che però rimarrà per un’altra stagione sulla maglia alternate, che è praticamente la vecchia prima maglia.

Buffalo Sabres

Anche a Buffalo il passato ritorna, seppur in maniera leggermente rivisitata. La “novità” più importante è sicuramente rappresentata dal ritorno del blu reale, richiesto a gran voce dai fan dei Sabres da più di 40 anni.

Le maglie sono un remake aggiornato di quelle delle origini e utilizzate per tutti gli anni ’70. Le differenze sono minime ma necessarie a rendere attuale un look vecchio 50 anni. Le strisce orizzontali cambiano spessore e distanza, mentre sulla home sono state aggiunte delle sottili strisce bianche a impreziosire l’insieme. Le strisce sui calzettoni ricalcano finalmente lo schema delle maglie.

Anche il logo è stato leggermente ritoccato. L’effetto si nota soprattutto sulla maglia, grazie alla nuova tecnica di ricamo tridimensionale inaugurata da Adidas nella stagione attuale.

Calgary Flames

Anche le fiamme canadesi hanno deciso di fare un tuffo netto nel passato e dare ascolto ai propri tifosi, che da anni auspicavano una mossa del genere.

Le maglie sono un remake fedele di quelle indossate nei primi anni della franchigia fino al 1994, nonché dai predecessori Atlanta Flames tra il 1972 e il trasferimento in Canada nel 1980. A essere precisi non si tratta neanche di maglie nuove, in quanto quella rossa è già stata introdotta come alternate nel 2018 e quella bianca utilizzata per una volta sola in occasione del Heritage Classic nel 2019.

In ogni caso a partire da quest’anno entrambe le maglie sono state promosse a home set e away set ufficiali. La vecchia maglia bianca con la C nera è stata mandata in pensione, mentre quella rossa rimarrà come alternate almeno per un’altra stagione.

Dallas Stars

In mezzo a questo tripudio di remake non è sgradito qualche azzardo, ed è decisamente il caso della maglia Blackout, la nuova alternate dei Dallas Stars.

I texani hanno presentato un look familiare (il nero ha fatto parte dell’identità visiva della franchigia per 30 anni) ma allo stesso tempo inedito, consistente in maglie nere con dettagli e striping verde fluo. Lo schema cromatico è un omaggio allo skyline della città, in particolare la Bank of America Plaza, illuminata di verde ogni notte. Il resto di Downtown Dallas è illuminato di verde solo in occasioni particolari, come la notte di San Patrizio.

Un dettaglio notevole della nuova divisa è rappresentato dal logo e dai numeri traforati, che danno vita a un effetto tridimensionale anche se sono monocolore. Il logo è una versione inedita dello stemma secondario con tema “D stellata su silhouette dello Stato del Texas”.

Los Angeles Kings

Per la nuova terza maglia i Kings hanno optato per la via di mezzo: remake sì, ma con l’aggiunta di tecnica e stili contemporanei. A prima vista la maglia sembra una riedizione piuttosto fedele delle maglie bianche dell’era Gretzky. Ma uno sguardo più attento rivela alcune differenze sostanziali.

Innanzitutto il protagonista della divisa è il grigio (o argento) metallizzato, simile all’oro dei Vegas Golden Knights, possibile grazie ai nuovi tessuti progettati da Adidas. Rispetto alle maglie di 30 anni fa il grigio, in questa sua nuova versione argentata, occupa uno spazio ben più sostanzioso, sia sulle maglie sia sui calzettoni.

Lo stemma al centro del petto è quello dell’epoca, ma rifatto anch’esso in stile scintillante. Altra novità succosa e coerente con il resto del set è rappresentata dal casco, ça va sans dire, color argento metallizzato.

Ottawa Senators

Dopo il salto a sud tra Texas e California, facciamo ritorno in Canada e all’ennesimo tuffo nel passato. Dopo anni di critiche a quello che è stato spesso definito uno dei look più noiosi e blandi della lega, anche gli Ottawa Senators hanno rispolverato il look delle origini, o quasi.

Ottawa Senators 2021

Le divise sono molto simili a quelle indossate tra il 1992 e il 1995, ma il logo è praticamente quello usato tra il 1997 e il 2007, ma con i colori aggiornati.

La maglia casalinga riprende quasi fedelmente quella di 30 anni fa, aggiustando leggermente la disposizione delle strisce. La maglia da trasferta “osa” qualcosina in più, eliminando la fascia nera a fine maglia e fine manica.

Vegas Golden Knights

Torniamo a sud e alle novità vere e proprie. Per la quinta stagione in NHL, i Golden Knights di Las Vegas hanno presentato la prima maglia alternate della loro storia, che non poteva non essere color oro.

La maglia è scintillante e pacchiana, un vero e proprio inno a Las Vegas. L’effetto dorato nasce grazie all’utilizzo del nuovo materiale metallic knit, che abbiamo già visto nei dettagli della terza maglia di Los Angeles. In questo caso però il tessuto “metallico” di Adidas è il vero e proprio protagonista della maglia.

La divisa in sé è una versione ricolorata dei set home e away. Cambiano la disposizione dei colori, ma striping e dettagli rimangono uguali.

Washington Capitals

Sembra impossibile, ma i Capitals non hanno mai avuto una maglia blu navy, fatta eccezione per quella indossata una volta sola in occasione della Stadium Series del 2018.

La nuova alternate riprende proprio quell’esperimento, raffinandolo quel che basta per creare un set dall’aspetto più tradizionale. Lo stemma è perfetto nella sua semplicità: una doppia W con le tre stelle della bandiera del District of Columbia e la punta centrale a ricreare la sommità del Washington Monument.

Lo striping abbandona la disposizione non convenzionale della Stadium Series per abbracciarne una più tradizionale, creando così una maglia dall’aspetto moderno e classico allo stesso tempo.

New Jersey Devils

A 40 anni dalla fondazione i New Jersey Devils hanno presentato la prima maglia alternate della loro storia. Da anni i tifosi chiedevano a gran voce un set nero che potesse accompagnare quello rosso e quello bianco. Nelle intenzioni della proprietà la nuova maglia avrebbe dovuto finalmente soddisfare i desideri della fan base, ma in realtà ha dato vita a una divisa che da diverse parti è già stata definita una delle peggiori della storia della NHL. Non sono del tutto d’accordo, ma andiamo ad analizzarla nel dettaglio.

La maglia è stata disegnata in collaborazione con Martin Brodeur, il leggendario portierone dei Devils, nonché attuale dirigente. La fonte di ispirazione principale è rappresentata dalla maglia dei Newark Bulldogs, uno dei primi club hockeystici dello Stato del New Jersey, anche se ai più attenti non sfuggirà la somiglianza con le primissime maglie dei Chicago Blackhawks,  celebrate appena due anni fa con la maglie del Winter Classic. Le strisce bianche riprendono proprio quelle sulla maglia dei Bulldogs (o dei Blackhawks), ma il numero ha un significato specifico: sono 21, come le contee dello Stato.

Lo stemma è la scritta Jersey in corsivo, con ombreggiatura rossa. Su questo punto si sono abbattute le critiche più feroci, dato che in inglese la maglia sportiva è chiamata jersey. A dire il vero la problematica era ben nota all’interno del club, come dimostrano un tweet auto ironico che pubblicizza un finto articolo di merchandising (un cappello con la scritta Hat) e la maschera del portiere con la scritta Mask indossata nella partita di debutto della maglia.

Pittsburgh Penguins

La nuova alternate dei Penguins è un altro remake di una maglia del passato, quella indossata tra il 1992 e il 1997.

Appena un anno fa l’abbiamo vista in versione bianca in occasione del lancio delle maglie Reverse Retro. In realtà tutte e tre le maglie sono un omaggio alle prime maglie in assoluto, quelle del 1967, quando le divise del club erano ancora blu. L’unica differenza con la maglia degli anni ’90 è rappresentata dallo stemma secondario, che è una versione ridotta di quello primario attuale.

2022 Winter Classic – Minnesota Wild e St. Louis Blues

Dopo due anni di assenza causa Covid, l’1 gennaio 2022 si è disputata l’edizione di quest’anno del Winter Classic. Uno degli eventi hockeystici e sportivi più seguiti nel corso dell’anno, è una parita di regular season disputata annualmente all’aperto nel giorno di Capodanno, in strutture adibite per l’occasione per l’hockey su ghiaccio. L’edizione 2022 si è aggiudicata il record di partita più fredda nella storia della NHL, con giocatori e spettatori che hanno dovuto sopportare i -21°C della serata di Minneapolis (-27°C percepiti a causa dell’effetto wind chill).

Da tradizione le due squadre partecipanti sfoggiano divise storiche o pseudo-storiche nel caso si tratti di franchigie giovani. L’edizione 2022 non ha fatto eccezione, con i Minnesota Wild e i St. Louis Blues che hanno presentato due set dal gusto particolarmente vintage.

La divisa di Minnesota rende onore alla storia dello State of Hockey e a due club storici ormai defunti, i Minneapolis Millers e i St. Paul Saints, in rappresentanza delle “città gemelle”, Minneapolis e St. Paul. Le due città e lo Stato sono celebrate direttamente nello stemma centrale: la silhouette del Minnesota con l’abbreviazione ufficiale MN, il nome delle città (abbreviato nel caso di Minneapolis) e due stelle a richiamare la costellazione dei Gemelli, come gemelle sono appunto le Twin Cities.

In linea con il tema vintage le strisce, i loghi, la C del capitano e le personalizzazioni sono in tessuto simil-feltro cucito direttamente sulla maglia. Inoltre guantoni e pantaloni sono di color pelle, materiale con il quale questi erano fatti fino agli anni ’30. Il tocco finale è rappresentato dalle toppe sui gomiti, un altro riferimento all’hockey dell’epoca.

I Blues, invece, hanno indossato una replica della prima maglia della loro storia, risalente al 1967.

La divisa è praticamente identica a quella originale, eccetto nel colore base. Il bianco di 54 anni fa è diventato crema o beige, per ricreare l’effetto delle maglie di lana della prima metà del secolo.

2022 Stadium Series – Nashville Predators e Tampa Bay Lightning

Dal punto di vista delle maglie la Stadium Series è considerata la controparte moderna del Winter Classic. Anche in questo caso le squadre partecipanti si sfidano in strutture all’aperto, ma le divise sono tutt’altro che storiche o tradizionali. Con gli anni è diventata un’occasione per sperimentare stili nuovi e non convenzionali, cercando di immaginare quello che potrebbe essere il futuro delle divise da hockey. La prossima Stadium Series si disputerà il 26 febbraio 2022, ma in attesa dell’evento i due team hanno già presentato le divise che indosseranno.

Nashville gioca con il soprannome Smashville, nato proprio in ambito hockeystico e particolarmente apprezzato dai tifosi dei Predators. La maglia è blu navy con una grossa fascia gialla al centro. All’interno di questa troviamo il nickname accompagnato dallo stemma secondario ricolorato, rappresentato da un plettro per chitarra con le tre stelle della bandiera del Tennessee.

Il font usato per il lettering e le personalizzazioni è caratterizzato da lettere di spessore variabile e riprende quelli utilizzati dalle tipografie locali per i manifesti dei concerti. Sul colletto troviamo il soprannome Preds all’esterno e lo stemma principale all’interno.

Tampa giocherà in bianco e per l’occasione sfoggerà una versione moderna delle maglie con il lettering obliquo recitante BOLTS indossate tra 2008 e 2017. Il font è stato creato appositamente per l’occasione e richiama il fulmine che dà il nome alla franchigia. Il fulmine stesso decora la parte inferiore della maglia.

 

Qual è il vostro giudizio sulle novità in NHL? Vi piace l’identità dei Seattle Kraken o avreste preferito un nome, loghi e colori diversi?

Infine, cosa ne pensate dell’attaccamento alla tradizione ormai più unico che raro nel mondo delle maglie e dello sport in generale?