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Nike Hypervenom 3: il Flyknit diventa protagonista nella terza generazione Nike

Ci sono giorni in cui si respira una certa aria, giorni in cui la percezione è che nulla sarà mai come prima. Oggi è uno di quelli, oggi è il giorno di Nike Hypervenom 3.

Nell’ormai lontano 2013 fu presentata la prima Nike Hypervenom dotata di un materiale assolutamente innovativo, il Nike Skin. Successivamente la versione 2 creò un po’ di scompiglio, con un successivo dietrofront alla tomaia della prima versione (qui per ripercorrere un po’ la storia).

Oggi la storia cambia per sempre, perché Nike Hypervenom 3 è stata rivista sotto ogni aspetto, regalandoci uno scarpino rinnovato, aggiornato e assolutamente unico nel suo genere. “Volevamo per Hypervenom 3 una tomaia flessibile e ammorbidita e sapevamo che la tecnologia Flyknit era il modo migliore per ottenerla”, spiega il designer di scarpe, Dylan Van Atta. “Progettandola nei minimi dettagli, siamo in grado di legare la trama solo dove è necessario mantenendola duttile per un maggior comfort e un tocco migliore”.

Quali sono le caratteristiche di questa nuova tomaia? Contiene micro-cuscinetti di schiuma Poron® multistrato integrati nella tomaia Flyknit. I cuscinetti sono elasto-plastici e quindi con un impatto leggero restano morbidi, ma diventano rigidi quando si colpisce la palla ad alta velocità, generando una sorta di sostegno in fase di tiro.

C’è un richiamo anche all’amata versione del 2013, infatti nelle zone non di impatto, la trama della tomaia resta molto sottile ed elastica, proprio a richiamare la prima versione con il disegno “a pelle di serpente”. Non poteva poi mancare il Flywire, inserito anche nella versione aggiornata di Hypervenom 2.

La grande innovazione passa sicuramente dalla tomaia, ma sottolineamo come l’implementazione che più di ogni altra ci piace è l’inserimento del flyknit (e quindi della stessa identica struttura) sia per la versione “high” che per quella “low”. Infatti non avremo più Phantom e Phinish, bensì solo Hypervenom Phantom con una versione dotata di collare ed una no, ma sempre al medesimo livello.

Questo è probabilmente dovuto alla grande richiesta di una versione bassa da parte di tantissimi professionisti, vedi Higuain, Rooney, Mandzukic, Kane e Pedro, tutti atleti molto rappresentativi per Hypervenom.

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Veniamo all’altra grande rivoluzione, qualcosa che aspettavamo da tempo, il piattosuola. Infatti adesso ci troviamo uno scarpino con una conformazione di tacchetti completamente cambiata e migliorata, formata da tacchetti con una forma esagonale nella parte interna, mentre la forma e lamellare per la parte esterna.

Il materiale è davvero innovativo: la suola Hyper-Reactive in Pebax misto nylon è prodotta per essere più robusta e resistenze, ma anche più flessibile e leggera. Il tutto per una migliore reattività in campo.

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Dettaglio non da poco, la forma del “collare” per la versione “high”; infatti, a grande richiesta, è stato reso più confortevole da infilare e e soprattutto la forma ridisegnata è ideale per qualsiasi tipo di sporgenza nelle vostre caviglie (spesso e volentieri ci sono differenze di addirittura 10mm tra alcuni punti della circonferenza di ogni caviglia).